COSA SAPERE

Le caratteristiche, i prodotti, i consigli e tutto quello che è utile sapere sui pavimeni in legno e sulla loro posa.

La ditta Campilegno Rifiniture d'Interni, garantisce con questo certificato di autenticità le specie legnose utilizzate e precisa che per un buon risultato del lavoro di posa in opera di un pavimento in legno occorre rispettare le seguenti condizioni:

  • I sottofondi siano perfettamente asciutti, umidità max 2%, compatti ed in piano. Eventuali livellamenti possono solo accompagnare mai portare a bolla il sottofondo.
  • Tutte le opere murarie e le pose di altri pavimenti (ceramiche, pietre, marmi, ecc.) siano ultimate prima della posa in opera del parquet.
  • Siano montati i serramenti esterni.
  • Le pareti siano state rasate e carteggiate e/o al massimo in prima mano (mai finite).
  • Sia in funzione il riscaldamento (nel periodo invernale) quanto meno nella fase di lavorazione (posa, riposo e lamatura).
  • Il tempo di riposo non deve essere inferiore a: per i parquet incollati con colla vinilica 15 gg. dalla fine della posa; per i parquet incollati con colla bicomponente 7 gg. dalla fine della posa; per i parquet da inchiodare 7 gg. dalla fine della posa.
  • La lamatura e seguente verniciatura deve avvenire in ambiente dove non vi sia la presenza di nessun operatore se non il ns. lamatore e verniciatore.
  • L'ultima mano di vernice deve essere applicata entro 6/8 giorni dalla mano di fondo.
  • Il pavimento così finito non dovrà essere calpestato per 48 ore dalla stesura della vernice. (Si consiglia di evitare l'apertura di qualsiasi porta onde evitare puntinature eccessive nei pressi della medesima).

L'inosservanza delle condizioni sopra descritte da parte della Committente rende la Campilegno libera da qualsiasi responsabilità sul risultato finale del pavimento in legno.

Per la sua destinazione finale e per il suo utilizzo, il parquet, non può essere paragonato ad un mobile e la sua verniciatura è assai diversa per caratteristiche e risultato.

La pellicola protettiva che viene applicata sul pavimento ha caratteristiche di resistenza all'abrasione e di elasticità degli urti estremamente più elevata di quella dei mobili. Per motivi applicativi e soprattutto per le continue variazioni ambientali e climatiche in cui il posatore deve operare (cambiamenti anche rapidi di temperatura e umidità dell'aria, improvvise correnti d'aria, eccessivo pulviscolo presente nell'ambiente, ecc.), è praticamente impossibile eseguire verniciature come quelle ottenute nelle camere di verniciatura ove vengono usualmente verniciati i mobili.

La presenza di qualche puntinatura, bollicina, ecc., non notabile o comunque difficilmente visibile guardando il pavimento in piedi, nella posizione retta, è pertanto giustificabile ed è da considerarsi naturale l'ossidazione del legno nel tempo e la parziale perdita di brillantezza della vernice dovuta all'usura. È necessario chiarire che essendo il legno materia viva, le condizioni elencate sono quelle minime perché si ottenga un risultato a regola d'arte del lavoro.

Eventuali spinte del legno e microfessurazioni possono presentarsi nel tempo essendo il legno materiale vivo e non ne costituiscono comunque difetto.

Pavimenti con finitura a vernice
La manutenzione e la conservazione di un pavimento in legno trattato con tre mani di vernice trasparente sono operazioni molto semplici. Infatti, per pulire è sufficiente passare leggermente uno straccio appena inumidito su tutta la superficie. Nei parquets, ciò che nel tempo deperisce o subisce usura è la pellicola di vernice trasparente. Nei punti di più intenso calpestio il pavimento comincia a dare segni di usura dopo 10-15 anni dall'installazione.

A questo punto, deve intervenire il parchettista. Se la vernice è ancora in uno stato accettabile, egli si limiterà a carteggiare tutto il pavimento per togliere la superficie logorata. E poi stenderà una nuova mano (o due) di vernice. Nel caso invece l'usura sia molto accentuata è necessario rilevigare integralmente tutto il parquet e poi dare tutte le mani di vernice necessarie.

È opportuno precisare che anche l'intervento radicale di rilevigatura non influisce minimamente sulla consistenza e durata del parquet. Infatti una nuova levigatura asporta al massimo 0,2-0,3 mm dello spessore complessivo del pavimento ligneo; poiché il numero stimato di levigature di manutenzione, nel corso di un secolo, è stimato in non più di 4, con la conseguente asportazione complessiva di circa 1 mm, si comprende il motivo per cui - a giusta ragione - la durata di un pavimento di legno è valutata in centinaia di anni.

Pavimenti con finitura a olii naturali e cera
Anche la manutenzione di un pavimento con finitura a olii naturali e cera è un'operazione semplice. Il particolare trattamento a cui Tavar sottopone le sue linee di pavimenti così trattati li protegge dagli agenti esterni, permettendo di conservare nel tempo tutto il fascino del legno vivo. Per eliminare le tracce di calpestio bastano uno straccio morbido e/o una lucidatrice domestica; sarà poi opportuno stendere una nuova mano di prodotto quando se ne avverte la necessità. Questo trattamento periodico di rinnovamento, che mantiene nel tempo i livelli estetici e funzionali del trattamento iniziale, è pratico ed economico; per la migliore manutenzione, si suggerisce di usare sempre i prodotti consigliati dal produttore o dai rivenditori.

In conclusione:
Un pavimento di legno è indistruttibile: resiste una vita intera. Anzi, può tranquillamente arredare la vostra casa per generazioni. Nel rapporto fra investimento iniziale, durata e mantenimento delle caratteristiche originali della pavimentazione, il parquet non teme rivali.

Le specie legnose:
La scelta del pavimento di legno viene fatta in base a criteri estetici (colore e, secondariamente, tipo di venatura) e al tipo di utilizzo previsto per il pavimento stesso; e qui entrano in gioco le caratteristiche morfologiche e meccaniche delle diverse specie legnose, fra cui le più importanti sono la durezza e la stabilità.

Stabilità:
Il rapporto fra contrazione tangenziale e contrazione radiale dà una indicazione della stabilità dimensionale del legno. Si considera una buona stabilità quando questo valore oscilla fra 1,5 e 2,2; valori inferiori a 1,5 indicano una ottima stabilità. Valori superiori al 2,2 rivelano una attitudine del legno alla deformazione. Naturalmente, questa attitudine alla deformazione è stimolata ed accentuata a seconda delle condizioni ambientali nelle quali la specie legnosa si trova.

Nel caso di pavimenti di legno, se le condizioni presenti nell'ambiente ove esso è stato destinato o installato si mantengono entro i limiti e/o le tolleranze sottoindicati, anche specie legnose con rapporto oltre l'indice 2,2 mantengono una buona stabilità:
  • umidità nell'aria: percentuale fra il 45% e 65%
  • temperatura: fra 12°C e 20°C
  • umidità contenuta nei sottofondi cementizi: non superiore al 2% (in peso)
Ovviamente la mutevolezza di tali condizioni ideali privilegia quelle specie legnose con il coefficiente di stabilità migliore, le quali sono - conseguentemente - più resistenti di altre, in presenza di fattori ambientali critici o comunque instabili.

Durezza:
La durezza rappresenta l'attitudine del legno ad opporsi alla penetrazione di un corpo. L'impronta prodotta sarà più o meno profonda a seconda degli indici di durezza della specie legnosa presa in esame.
Esistono vari metodi di rilevamento. Quello da noi preso a riferimento è il metodo Janka. La durezza in questo caso viene rilevata misurando in KP la forza necessaria per fare penetrare, nel campione di legno sottoposto alla prova, una sfera di acciaio avente diametro di mm 11,284 fino al suo circolo massimo (cioè fino al suo diametro).
Maggiore è l'indice Janka, maggiore è la durezza della specie legnosa.

Nel caso di pavimentazioni di legno, l'indice di durezza è sempre segnalato quale doverosa informazione all'utente finale o al tecnico; tuttavia essa è importante solo in alcuni casi specifici a seconda della destinazione d'uso della pavimentazione. Va infatti premesso che tutte le specie legnose destinate a pavimentazioni presentano buoni coefficienti di durezza; di conseguenza, per un parquet destinato ad ambienti residenziali, la durezza è un valore di modesta importanza. Nel caso invece di destinazione ad ambienti di grande traffico e calpestio (uffici, esposizioni, luoghi pubblici, ecc..), gli indicatori di durezza assumono, assieme ad altri, una rilevante importanza.

In relazione alla disposizione specifica degli elementi lignei alcuni formati possono esprimere una elevata attitudine alla resistenza alla pressione e penetrazione, indipendentemente dalla specie legnosa che li compone.
La lavorazione
La materia prima viene importata sotto diverse forme: da quella più grezza dei tronchi (in quantità sempre più ridotte) a quella più elaborata delle tavolette di piccole dimensioni, dette frise.
Durante il lungo viaggio che porta dalla foresta alla fabbrica, il legno perde per strada buona parte della sua umidità, arrivando alla fase di essiccazione vera e propria con un tasso di umidità del 20-25%.
L'essiccazione avviene in celle o forni, che abbattono l'umidità fino a un valore del 9%. Questo valore, equivalente a una corretta stagionatura, e considerato ottimale dalla normativa europea, e rappresenta il punto di equilibrio che col tempo si stabilisce fra il legno e l'ambiente in cui esso viene posato, in cui si consigliano temperature fra i 15 e i 22 gradi centigradi, con un tasso di umidità dell'aria fra il 40 e il 65%.

Saper trovare il giusto equilibrio fra la stagionatura dei vari tipi di legno e le esigenze di differenti situazioni ambientali e la condizione essenziale per chi produce pavimenti in legno. Da questo equilibrio e dalle condizioni dei sottofondi di posa al momento della installazione dipende la buona tenuta del pavimento. Per questo motivo e bene diffidare dei legni giù lavorati importati da continenti extraeuropei, ove condizioni climatiche diverse e tecnologie spesso approssimative possono influenzare il processo produttivo con fattori di rischio.

Le tecnologie impiegate e i rigorosi controlli attuati rappresentano la migliore garanzia del buon esito finale dell'operazione di essiccazione e stabilizzazione della materia prima.
Questo ciclo in genere ha una durata non inferiore a 40 giorni, e per alcuni formati e specie legnose arriva fino a 4 mesi.
Si passa successivamente alla vera e propria fase di lavorazione, quindi all'imballaggio e allo stoccaggio in moderni magazzini climatizzati.
Il pavimento di legno viene cosi protetto da possibili influenze dell'ambiente esterno che potrebbero alterare il tasso di umidità rigorosamente ottenuto in ottemperanza alla normativa vigente e il grado di stabilità.
I parquets escono nelle condizioni ottimali per essere posati con cura e correttamente, ed ottenere un eccellente risultato finale in qualsiasi genere di locale.

Norme UNI e CEN
Le norme UNI (Ente di normazione italiano) sono da anni un indispensabile codice di riferimento per le industrie del legno, per i rivenditori e per i posatori di parquet; e naturalmente anche per i clienti. Queste norme hanno consentito di unificare formati e qualità dei materiali e di creare una disciplina nazionale del mercato.
Attualmente e in corso l'emanazione di una normativa ufficiale europea. Le norme europee, unificate e vincolanti per tutti i Paesi dell'Unione, sono emanate dal CEN, l'ente sovranazionale preposto all'unificazione, aggiornamento e modernizzazione degli standard normativi che finora sono stati i riferimenti ufficiali dei singoli stati.

In attesa che si completi questo impegnativo percorso, gli enti nazionali continuano ad operare, in tutti i casi in cui le norme esistenti devono essere modificate e aggiornate, emanando dei "progetti di norma" che rimangono quali riferimenti ufficiali degli operatori fino al momento in cui verranno emanate le norme CEN.

Possiamo suddividere i pavimenti in 4 classi

Classe A
Legno di maggiore qualità, ovviamente e anche quello più raro all'interno di una pianta, e non presenta nodi no stonalizzazioni accentuate, sicuramente non presenta fasce chiare di alburno. Definiamo alburno o legno alburnato il legno di pasta chiara che si trova sotto la corteccia e che lascia nel taglio del tronco striature più o meno grandi di colore lattiginoso non assorbente le tinte che si possono dare al pavimento in legno, che per questo motivo restano chiare.

Classe B
E' una scelta quasi pulita che ammette al massimo nodi di piccole dimensione, occhi di pernice e nodi composti di massimo diametro 25mm (ossia senza stuccature dovute al "tappo" del nodo che a volte salta via durante il taglio delle lamelle di rovere lasciando il buco), una lieve possibile stonalizzazione di pasta tra una tavola e l'altra e nella nostra personale classificazione potrebbe presentare anche alcune sottili sezioni di alburno, che ci piace definire romantiche e denotano l'originalità di un legno certificato e tagliato secondo i dettami del buon senso e del minimo spreco forestale.

Classe C
E' un legno di rovere nodato, sicuramente affascinante in quanto ancora non troppo rustico ma presenta nodi fino a 45mm di diametro, fasce chiaro-scure di legno dovute alla provenienza da piante diverse e di diversa età nonchè da tagli di parte più interne o più esterno di tronchi di quercia. Il Rovere di categoria C secondo Parquet Sartoriale può avere anche stonalizzazioni marcate, fasce di alburnato e identifica secondo il nostro personale gusto la vera identità del legno. Il nostro consiglio e sempre quello di scegliere un parquet in selezione mista ABC o BC, in modo di avere un parquet ben miscelato ed elegante senza perdere il suo grado di veridicità del legno di quercia.

Classe D
Con il legno di rovere in selezione D si propone sicuramente ciò che di più autentico e dall'aspetto legnoso e rustico possa offrire il tronco di una quercia, allo stesso tempo si sfruttano i disegni naturali del legno e tutte le sue sfumature, gli anelli di crescita accentuati dai solchi che girano intorno ai nodi di grandi dimensioni e alle spaccature di rovere accentuate spesso da stuccature in contrasto. E anche il legno che normalmente costa meno in quanto ve n'e maggiore disponibilità e da questo legno si ricavano anche le finiture pià belle e ricche di fascino, le antichizzazioni, ed e un legno ideale per le piallature eseguite prettamente a mano.

In attesa che si completi questo impegnativo percorso, gli enti nazionali continuano ad operare, in tutti i casi in cui le norme esistenti devono essere modificate e aggiornate, emanando dei "progetti di norma" che rimangono quali riferimenti ufficiali degli operatori fino al momento in cui verranno emanate le norme CEN.
Fra le tante e specifiche tabelle UNI, abbiamo ritenuto utile riportare in questo sito quella inerente al criterio di classificazione qualitativa dei pavimenti di legno ottenuti da specie legnose di latifoglie, che costituiscono la quasi totalità dei parquets prodotti e/o commercializzati in Italia.
Di seguito si potrà pertanto consultare il Progetto di norma UNI U.40.05.258.0, che rappresenta il riferimento normativo ufficiale aggiornato di tutti i soggetti del mercato, dai produttori agli utilizzatori finali:
Progetto di norma UNI U.40.05.258.0

PRIMA CLASSE O PRIMA SCELTA

Caratteristiche generali
1. Fibratura comunque orientata. Qualsiasi tipo di sezione (radiale, tangenziale, trasversale, intermedia), compresa la presenza di eventuali specchiature in sezione radiale. Tessitura, venatura e colore tipici della specie.
2. Nel caso di elementi di legno massiccio, eventuale alburno presente, dalla parte della controfaccia, su un solo fianco dell'elemento per uno spessore minore della metà dello spessore dell'elemento e per una lunghezza minore della lunghezza dell'elemento e visibile su una sola sua testa.

Nel caso di elementi costituiti da più strati, assenza di alburno nello strato a vista di latifoglie.
In entrambi i casi, esente da qualsiasi tipo di attacco fungino e privo di qualsiasi manifesto attacco di insetti*.
Difetti ammessi sulla faccia e sulla metà superiore dei fianchi e delle teste
Piccoli nodi sani e del colore della specie di diametro <=2mm; se di colore diverso della specie di diametro <=1mm. Tali difetti sono ammissibili in un numero di elementi <=10% della numerosità del lotto.
Imperfezioni di lavorazione di profondità <=1mm. Tali difetti sono ammissibili in un numero di elementi <=10% della numerosità del lotto.
Difetti ammessi sulla sulla controfaccia e sulla metà inferiore dei fianchi e delle teste
Qualsiasi difetto non compromettente l'impiego degli elementi.

SECONDA CLASSE ALBURNATA O ZEBRATA
Caratteristiche generali
1. Alburno senza limitazioni, ma esente da qualsiasi tipo di attacco fungino e privo di qualsiasi manifesto attacco di insetti*.
2. Con colorazioni anche contrastanti dovute alla presenza di alburno.

Difetti ammessi sulla faccia e sulla metà superiore dei fianchi e delle teste
Piccoli nodi sani isolati e del colore della specie di diametro <=5mm; se di colore diverso da quello della specie di diametro <=2mm. Tali difetti sono ammissibili in un numero di elementi <=20% della numerosità del lotto.
Piccole fenditure non passanti, di larghezza massima <0,5% della larghezza dell'elemento.
Difetti ammessi sulla sulla controfaccia e sulla metà inferiore dei fianchi e delle teste
Qualsiasi difetto non compromettente l'impiego degli elementi.

TERZA CLASSE NODATA O NATURA O RUSTICA
Caratteristiche generali
1. Con nodi evidenti e colorazioni contrastanti.
2. Eventuale presenza di alburno privo di qualsiasi manifesto attacco di insetti*.

Difetti ammessi sulla faccia e sulla metà superiore dei fianchi e delle teste
Qualsiasi difetto non compromettente l'impiego degli elementi.
Difetti ammessi sulla sulla controfaccia e sulla metà inferiore dei fianchi e delle teste
Qualsiasi difetto non compromettente l'impiego degli elementi.

* La presenza di alburno non esclude dopo la posa in opera eventuali attacchi di Lyctus che viceversa nel durame si presentano solo eccezionalmente.

La posa
La posa ha un nemico: l'umidità
Il legno è una fibra viva, perciò a seconda delle condizioni in cui esso viene usato può dare luogo a differenti reazioni. Un legno essiccato in maniera tradizionale e successivamente posato in un ambiente molto più freddo, caldo o umido del normale non potrà dare un risultato soddisfacente.
Per esempio, si sconsiglia di posare il parquet nei mesi invernali in costruzioni ancora grezze e prive di riscaldamento; oppure sopra un sottofondo umido o trattato con antigelivi. In questi casi, il parquet finisce per immagazzinare umidità e aumentare di volume, dando luogo a rigonfiamenti e discollaggi.
Per ottenere il miglior risultato, bisogna effettuare la posa in opera in maniera corretta, e soprattutto in condizioni ambientali controllate e prive di umidità, che il posatore deve preventivamente verificare attraverso un attento rilievo igrometrico.

Il sottofondo
Un sottofondo deve avere alcune caratteristiche fondamentali, per essere idoneo a ricevere il parquet e a mantenerlo strutturalmente stabile nel tempo:
  • la compattezza
  • la planarità
  • una corretta quota rispetto al piano di calpestio
  • la pulizia
  • e, soprattutto, la giusta disidratazione

I sottofondi possono essere di vari tipi:
Sottofondi cementizi
Si tratta del tipo di sottofondo più diffuso, formato da uno strato di calcestruzzo a cui si sovrappone poi un secondo strato (di 3-5 cm) di malta impastata esclusivamente con sabbia e cemento. Il secondo strato deve essere a grana molto fine e amalgamarsi bene con quello inferiore.
Il tasso di umidità del sottofondo non deve superare il 2% in peso: risultato che si ottiene con una stagionatura media del massetto cementizio di almeno 60 giorni. È possibile ridurre a pochi giorni questo periodo, con l'impiego di cementi speciali a rapida disidratazione.

Tavolato
Si tratta di tavole abitualmente di abete ben essiccato, o pannelli di legno pressato (truciolare, multistrato, compensato, ecc.) dello spessore di 15-22 mm, affiancate fra loro e divise da un modesto interspazio. Esse poggiano su una orditura di moraletti dello spessore variabile da 4 a 8 cm.
Il sistema è piuttosto costoso, anche se presenta grossi pregi: si tratta infatti di un supporto molto resistente, che garantisce un ottimo isolamento termo-acustico e permette un'immediata posa in opera. Questo tipo di sottofondo è molto utilizzato negli impianti sportivi ai quali conferisce anche un importante fattore di elasticità.

Il pavimento preesistente
Su qualsiasi pavimento ben livellato è possibile applicare un parquet. Ovviamente, se la posa avviene con l'incollaggio, il supporto già esistente dovrà essere ben pulito e decerato. Per questo genere di posa è opportuno scegliere legni con ottime caratteristiche di stabilità, usando colle non in dispersione acquosa.
Pannelli di truciolare o multistrato
Il massetto cementizio è sostituito da pannelli di legno pressato (truciolare o multistrato) dello spessore di 15-22 mm, posti a "galleggiare" su di un supporto di malta cementizia o su materiale inerte a secco come sabbia o polvere di marmo. Fra il supporto e i pannelli lignei è consigliata una guaina bituminosa spessa 2-3 mm.
Questo sottofondo consente di installare listoni o tavolette di qualsiasi formato, sia a colla che a chiodo, con eccezionali proprietà di isolamento termoacustico. Inoltre, associa due proprietà importantissime, quali la buona economicità e, soprattutto, i tempi di posa, poiché si eliminano completamente i tempi di attesa di disidratazione dei sottofondi cementizi tradizionali.

Metodi e Disegni:
I differenti metodi di posa
In base alla modalità di fissaggio al sottofondo, possiamo distinguere quattro diversi metodi di posa:
  • CHIODATURA: è utilizzata per fissare listoni ed elementi massicci con incastro a maschio e femmina aventi di norma spessori complessivi superiori a 18mm. È un metodo abbastanza costoso poiché, oltre ad un'elevata componente di manodopera, presuppone sottofondi con orditure lignee; tuttavia esso dà ampie garanzie di durata ed affidabilità per tutte le pavimentazioni massicce di notevole spessore e grandi dimensioni.
  • INCOLLAGGIO: è in assoluto il sistema più utilizzato, poiché con la continua evoluzione tecnica e prestazionale dei collanti garantisce ottimi risultati nella installazione dei formati più diffusi ed ormai anche di quelli di grandi dimensioni.
  • SOVRAPPOSIZIONE: è un tipo di posa molto economico, ma ormai in disuso; si possono posare per sovrapposizione tutte le tavolette e i listoni massicci, avendo cura di preparare un sottofondo con sabbia o polvere di marmo ben asciutta. Con la posa per sovrapposizione, risulta poi facilissimo rimuovere i listoni per realizzare un diverso parquet, potendo anche riutilizzare il materiale precedentemente posato.
  • FLOTTANTE: è in pratica una variante del sistema di sovrapposizione: gli elementi che compongono la pavimentazione sono semplicemente appoggiati su di un sottofondo che può essere di qualsiasi tipo. Per assicurare la loro connessione, è indispensabile che essi abbiano l'incastro a maschio e femmina ed opportuno fare scorrere in corso di posa in opera un "filo" di collante negli incastri stessi. È altresì indispensabile che le liste siano autoportanti e stabili: condizione che si ottiene solo nei parquets a più strati in plance di grandi dimensioni, e prefiniti.

I disegni di posa
Nella scelta di un pavimento in legno è molto importante il fattore estetico, a cui contribuisce senz'altro il tipo di disegno di posa utilizzato. Le geometrie di posa dipendono dalla conformazione degli elementi lignei: i listoni e in genere gli elementi più allungati si prestano a disposizioni abbastanza uniformi, come quelle a cassero regolare, in cui le tavole vengono posate in modo da formare strisce orizzontali o diagonali, o a tolda di nave, con andamento più irregolare. Tra le geometrie più lineari c'è senz'altro la spina di pesce; le tavolette di dimensioni più ridotte possono dare origine a forme più complesse, giocando anche sull'accostamento di legni di diverse specie, tonalità, colori.

Le finiture
Dopo l'assestamento definitivo del parquet si passa alle operazioni di finitura, tranne nel caso dei prefiniti che Tavar. Questi tipi di pavimento non richiedono ulteriori passaggi, poiché la superficie superiore è già trattata (con olii naturali e cere) in stabilimento.

La levigatura
Avviene con il supporto di macchine smerigliatrici a carta abrasiva e prevede tre-quattro fasi di carteggiatura con l'impiego di grane differenziate, fino a quella finale a grana finissima. Quest'ultima carteggiatura è opportuno avvenga con macchine a movimento orizzontale e circolare, per ottenere una superficie di massima planarità e ridottissima porosità.

La stuccatura
È eseguita dopo la levigatura al fine di chiudere perfettamente le connessioni fra le liste del parquet. La stuccatura più efficace si ottiene con l'impiego della "polvere" di legno residua della levigatura, miscelata a speciali resine: la "poltiglia" così ottenuta è uno stucco dello stesso colore della pavimentazione, che, applicato secondo necessità a una o più riprese, dopo la solidificazione fra le connessioni delle liste, costituisce un corpo unico con la pavimentazione. Gli eccessi e le sbavature sono rimosse con l'impiego della monospazzola orbitale.

La finitura
Come già descritto parlando della manutenzione dei parquet, la superficie del parquet può essere trattata con vernici di varia composizione chimica, oppure con l'utilizzo di olii naturali e cere.
Il trattamento a olii naturali e l'inceratura valorizzano ed esaltano le qualità estetiche del legno. È però necessaria una manutenzione con periodicità frequente.

La verniciatura o trattamento "a film" avviene con l'impiego di vernici abitualmente a base di resine poliuretaniche, le quali sono applicate generalmente in tre mani. Si ottiene in tal modo un film trasparente e contemporaneamente elastico e resistente che impermeabilizza e protegge la superficie del parquet limitandone alquanto l'usura da calpestio e l'influenza di condizioni ambientali sfavorevoli. Questo rende più semplice la manutenzione: è infatti sufficiente il periodico e veloce passaggio di un panno appena inumidito che ha la sola funzione di "raccoglipolvere".
La controindicazione all'impiego di vernici a base poliuretanica è rappresentata dagli odori penetranti che durante l'applicazione sono emanati dai solventi che si volatilizzano. Sono pertanto necessarie efficaci protezioni a tutela della salute degli applicatori e l'attesa di alcuni giorni prima dell'uso del pavimento al fine di consentire la perfetta solidificazione del film e la scomparsa degli odori.

Da alcuni anni le case produttrici commercializzano vernici "ad acqua", la cui formula innovativa tutela molto meglio la salute degli artigiani applicatori, anche se non elimina del tutto la volatilizzazione dei solventi.
Pavimenti con finitura a vernice
La manutenzione e la conservazione di un pavimento in legno trattato con tre mani di vernice trasparente sono operazioni molto semplici. Infatti, per pulire è sufficiente passare leggermente uno straccio appena inumidito su tutta la superficie. Nei parquets, ciò che nel tempo deperisce o subisce usura è la pellicola di vernice trasparente. Nei punti di più intenso calpestio il pavimento comincia a dare segni di usura dopo 10-15 anni dall'installazione.

A questo punto, deve intervenire il parchettista. Se la vernice è ancora in uno stato accettabile, egli si limiterà a carteggiare tutto il pavimento per togliere la superficie logorata. E poi stenderà una nuova mano (o due) di vernice. Nel caso invece l'usura sia molto accentuata è necessario rilevigare integralmente tutto il parquet e poi dare tutte le mani di vernice necessarie.

È opportuno precisare che anche l'intervento radicale di rilevigatura non influisce minimamente sulla consistenza e durata del parquet. Infatti una nuova levigatura asporta al massimo 0,2-0,3 mm dello spessore complessivo del pavimento ligneo; poiché il numero stimato di levigature di manutenzione, nel corso di un secolo, è stimato in non più di 4, con la conseguente asportazione complessiva di circa 1 mm, si comprende il motivo per cui - a giusta ragione - la durata di un pavimento di legno è valutata in centinaia di anni.

Pavimenti con finitura a olii naturali e cera
Anche la manutenzione di un pavimento con finitura a olii naturali e cera è un'operazione semplice. Il particolare trattamento a cui Tavar sottopone le sue linee di pavimenti così trattati li protegge dagli agenti esterni, permettendo di conservare nel tempo tutto il fascino del legno vivo. Per eliminare le tracce di calpestio bastano uno straccio morbido e/o una lucidatrice domestica; sarà poi opportuno stendere una nuova mano di prodotto quando se ne avverte la necessità. Questo trattamento periodico di rinnovamento, che mantiene nel tempo i livelli estetici e funzionali del trattamento iniziale, è pratico ed economico; per la migliore manutenzione, si suggerisce di usare sempre i prodotti consigliati dal produttore o dai rivenditori.

In conclusione:
Un pavimento di legno è indistruttibile: resiste una vita intera. Anzi, può tranquillamente arredare la vostra casa per generazioni. Nel rapporto fra investimento iniziale, durata e mantenimento delle caratteristiche originali della pavimentazione, il parquet non teme rivali.

Le specie legnose:
La scelta del pavimento di legno viene fatta in base a criteri estetici (colore e, secondariamente, tipo di venatura) e al tipo di utilizzo previsto per il pavimento stesso; e qui entrano in gioco le caratteristiche morfologiche e meccaniche delle diverse specie legnose, fra cui le più importanti sono la durezza e la stabilità.

Stabilità:
Il rapporto fra contrazione tangenziale e contrazione radiale dà una indicazione della stabilità dimensionale del legno. Si considera una buona stabilità quando questo valore oscilla fra 1,5 e 2,2; valori inferiori a 1,5 indicano una ottima stabilità. Valori superiori al 2,2 rivelano una attitudine del legno alla deformazione. Naturalmente, questa attitudine alla deformazione è stimolata ed accentuata a seconda delle condizioni ambientali nelle quali la specie legnosa si trova.

Nel caso di pavimenti di legno, se le condizioni presenti nell'ambiente ove esso è stato destinato o installato si mantengono entro i limiti e/o le tolleranze sottoindicati, anche specie legnose con rapporto oltre l'indice 2,2 mantengono una buona stabilità:
  • umidità nell'aria: percentuale fra il 45% e 65%
  • temperatura: fra 12°C e 20°C
  • umidità contenuta nei sottofondi cementizi: non superiore al 2% (in peso)
Ovviamente la mutevolezza di tali condizioni ideali privilegia quelle specie legnose con il coefficiente di stabilità migliore, le quali sono - conseguentemente - più resistenti di altre, in presenza di fattori ambientali critici o comunque instabili.

Durezza:
La durezza rappresenta l'attitudine del legno ad opporsi alla penetrazione di un corpo. L'impronta prodotta sarà più o meno profonda a seconda degli indici di durezza della specie legnosa presa in esame.
Esistono vari metodi di rilevamento. Quello da noi preso a riferimento è il metodo Janka. La durezza in questo caso viene rilevata misurando in KP la forza necessaria per fare penetrare, nel campione di legno sottoposto alla prova, una sfera di acciaio avente diametro di mm 11,284 fino al suo circolo massimo (cioè fino al suo diametro).
Maggiore è l'indice Janka, maggiore è la durezza della specie legnosa.

Nel caso di pavimentazioni di legno, l'indice di durezza è sempre segnalato quale doverosa informazione all'utente finale o al tecnico; tuttavia essa è importante solo in alcuni casi specifici a seconda della destinazione d'uso della pavimentazione. Va infatti premesso che tutte le specie legnose destinate a pavimentazioni presentano buoni coefficienti di durezza; di conseguenza, per un parquet destinato ad ambienti residenziali, la durezza è un valore di modesta importanza. Nel caso invece di destinazione ad ambienti di grande traffico e calpestio (uffici, esposizioni, luoghi pubblici, ecc..), gli indicatori di durezza assumono, assieme ad altri, una rilevante importanza.

In relazione alla disposizione specifica degli elementi lignei alcuni formati possono esprimere una elevata attitudine alla resistenza alla pressione e penetrazione, indipendentemente dalla specie legnosa che li compone.

Copyright © 2010 - 2024 Campilegno Rifiniture d’Interni di Campi Luca.

Tutti i testi, immagini e foto contenuti in questo sito sono protetti dalla legge sul diritto di autore. Tutti i marchi riservati sono proprietà dei rispettivi proprietari.

Sede: Piazza G. A. Aprosio 48 r. GE-Sestri Ponente P.IVA 03549730103
Telefono 010 6508397 - Email campilegno@gmail.com

Visite uniche 802794

- Consulta la nostra Cookie Policy -