L'inosservanza delle condizioni sopra descritte da parte della Committente rende la Campilegno libera da qualsiasi responsabilità sul risultato finale del pavimento in legno.
Per la sua destinazione finale e per il suo utilizzo, il parquet, non può essere paragonato ad un mobile e la sua verniciatura è assai diversa per caratteristiche e risultato.
La pellicola protettiva che viene applicata sul pavimento ha caratteristiche di resistenza all'abrasione e di elasticità degli urti estremamente più elevata di quella dei mobili. Per motivi applicativi e soprattutto per le continue variazioni ambientali e climatiche in cui il posatore deve operare (cambiamenti anche rapidi di temperatura e umidità dell'aria, improvvise correnti d'aria, eccessivo pulviscolo presente nell'ambiente, ecc.), è praticamente impossibile eseguire verniciature come quelle ottenute nelle camere di verniciatura ove vengono usualmente verniciati i mobili.
La presenza di qualche puntinatura, bollicina, ecc., non notabile o comunque difficilmente visibile guardando il pavimento in piedi, nella posizione retta, è pertanto giustificabile ed è da considerarsi naturale l'ossidazione del legno nel tempo e la parziale perdita di brillantezza della vernice dovuta all'usura. È necessario chiarire che essendo il legno materia viva, le condizioni elencate sono quelle minime perché si ottenga un risultato a regola d'arte del lavoro.
Eventuali spinte del legno e microfessurazioni possono presentarsi nel tempo essendo il legno materiale vivo e non ne costituiscono comunque difetto.
Saper trovare il giusto equilibrio fra la stagionatura dei vari tipi di legno e le esigenze di differenti situazioni ambientali e la condizione essenziale per chi produce pavimenti in legno. Da questo equilibrio e dalle condizioni dei sottofondi di posa al momento della installazione dipende la buona tenuta del pavimento. Per questo motivo e bene diffidare dei legni giù lavorati importati da continenti extraeuropei, ove condizioni climatiche diverse e tecnologie spesso approssimative possono influenzare il processo produttivo con fattori di rischio.
Le tecnologie impiegate e i rigorosi controlli attuati rappresentano la migliore garanzia del buon esito finale dell'operazione di essiccazione e stabilizzazione della materia prima.
Questo ciclo in genere ha una durata non inferiore a 40 giorni, e per alcuni formati e specie legnose arriva fino a 4 mesi.
Si passa successivamente alla vera e propria fase di lavorazione, quindi all'imballaggio e allo stoccaggio in moderni magazzini climatizzati.
Il pavimento di legno viene cosi protetto da possibili influenze dell'ambiente esterno che potrebbero alterare il tasso di umidità rigorosamente ottenuto in ottemperanza alla normativa vigente e il grado di stabilità.
I parquets escono nelle condizioni ottimali per essere posati con cura e correttamente, ed ottenere un eccellente risultato finale in qualsiasi genere di locale.
Norme UNI e CEN
Le norme UNI (Ente di normazione italiano) sono da anni un indispensabile codice di riferimento per le industrie del legno, per i rivenditori e per i posatori di parquet; e naturalmente anche per i clienti. Queste norme hanno consentito di unificare formati e qualità dei materiali e di creare una disciplina nazionale del mercato.
Attualmente e in corso l'emanazione di una normativa ufficiale europea. Le norme europee, unificate e vincolanti per tutti i Paesi dell'Unione, sono emanate dal CEN, l'ente sovranazionale preposto all'unificazione, aggiornamento e modernizzazione degli standard normativi che finora sono stati i riferimenti ufficiali dei singoli stati.
In attesa che si completi questo impegnativo percorso, gli enti nazionali continuano ad operare, in tutti i casi in cui le norme esistenti devono essere modificate e aggiornate, emanando dei "progetti di norma" che rimangono quali riferimenti ufficiali degli operatori fino al momento in cui verranno emanate le norme CEN.
Possiamo suddividere i pavimenti in 4 classi
Classe A
Legno di maggiore qualità, ovviamente e anche quello più raro all'interno di una pianta, e non presenta nodi no stonalizzazioni accentuate, sicuramente non presenta fasce chiare di alburno. Definiamo alburno o legno alburnato il legno di pasta chiara che si trova sotto la corteccia e che lascia nel taglio del tronco striature più o meno grandi di colore lattiginoso non assorbente le tinte che si possono dare al pavimento in legno, che per questo motivo restano chiare.
Classe B
E' una scelta quasi pulita che ammette al massimo nodi di piccole dimensione, occhi di pernice e nodi composti di massimo diametro 25mm (ossia senza stuccature dovute al "tappo" del nodo che a volte salta via durante il taglio delle lamelle di rovere lasciando il buco), una lieve possibile stonalizzazione di pasta tra una tavola e l'altra e nella nostra personale classificazione potrebbe presentare anche alcune sottili sezioni di alburno, che ci piace definire romantiche e denotano l'originalità di un legno certificato e tagliato secondo i dettami del buon senso e del minimo spreco forestale.
Classe C
E' un legno di rovere nodato, sicuramente affascinante in quanto ancora non troppo rustico ma presenta nodi fino a 45mm di diametro, fasce chiaro-scure di legno dovute alla provenienza da piante diverse e di diversa età nonchè da tagli di parte più interne o più esterno di tronchi di quercia. Il Rovere di categoria C secondo Parquet Sartoriale può avere anche stonalizzazioni marcate, fasce di alburnato e identifica secondo il nostro personale gusto la vera identità del legno. Il nostro consiglio e sempre quello di scegliere un parquet in selezione mista ABC o BC, in modo di avere un parquet ben miscelato ed elegante senza perdere il suo grado di veridicità del legno di quercia.
Classe D
Con il legno di rovere in selezione D si propone sicuramente ciò che di più autentico e dall'aspetto legnoso e rustico possa offrire il tronco di una quercia, allo stesso tempo si sfruttano i disegni naturali del legno e tutte le sue sfumature, gli anelli di crescita accentuati dai solchi che girano intorno ai nodi di grandi dimensioni e alle spaccature di rovere accentuate spesso da stuccature in contrasto. E anche il legno che normalmente costa meno in quanto ve n'e maggiore disponibilità e da questo legno si ricavano anche le finiture pià belle e ricche di fascino, le antichizzazioni, ed e un legno ideale per le piallature eseguite prettamente a mano.
In attesa che si completi questo impegnativo percorso, gli enti nazionali continuano ad operare, in tutti i casi in cui le norme esistenti devono essere modificate e aggiornate, emanando dei "progetti di norma" che rimangono quali riferimenti ufficiali degli operatori fino al momento in cui verranno emanate le norme CEN.
Fra le tante e specifiche tabelle UNI, abbiamo ritenuto utile riportare in questo sito quella inerente al criterio di classificazione qualitativa dei pavimenti di legno ottenuti da specie legnose di latifoglie, che costituiscono la quasi totalità dei parquets prodotti e/o commercializzati in Italia.
Di seguito si potrà pertanto consultare il Progetto di norma UNI U.40.05.258.0, che rappresenta il riferimento normativo ufficiale aggiornato di tutti i soggetti del mercato, dai produttori agli utilizzatori finali:
Progetto di norma UNI U.40.05.258.0
PRIMA CLASSE O PRIMA SCELTA
Caratteristiche generali
1. Fibratura comunque orientata. Qualsiasi tipo di sezione (radiale, tangenziale, trasversale, intermedia), compresa la presenza di eventuali specchiature in sezione radiale. Tessitura, venatura e colore tipici della specie.
2. Nel caso di elementi di legno massiccio, eventuale alburno presente, dalla parte della controfaccia, su un solo fianco dell'elemento per uno spessore minore della metà dello spessore dell'elemento e per una lunghezza minore della lunghezza dell'elemento e visibile su una sola sua testa.
Nel caso di elementi costituiti da più strati, assenza di alburno nello strato a vista di latifoglie.
In entrambi i casi, esente da qualsiasi tipo di attacco fungino e privo di qualsiasi manifesto attacco di insetti*.
Difetti ammessi sulla faccia e sulla metà superiore dei fianchi e delle teste
Piccoli nodi sani e del colore della specie di diametro <=2mm; se di colore diverso della specie di diametro <=1mm. Tali difetti sono ammissibili in un numero di elementi <=10% della numerosità del lotto.
Imperfezioni di lavorazione di profondità <=1mm. Tali difetti sono ammissibili in un numero di elementi <=10% della numerosità del lotto.
Difetti ammessi sulla sulla controfaccia e sulla metà inferiore dei fianchi e delle teste
Qualsiasi difetto non compromettente l'impiego degli elementi.
SECONDA CLASSE ALBURNATA O ZEBRATA
Caratteristiche generali
1. Alburno senza limitazioni, ma esente da qualsiasi tipo di attacco fungino e privo di qualsiasi manifesto attacco di insetti*.
2. Con colorazioni anche contrastanti dovute alla presenza di alburno.
Difetti ammessi sulla faccia e sulla metà superiore dei fianchi e delle teste
Piccoli nodi sani isolati e del colore della specie di diametro <=5mm; se di colore diverso da quello della specie di diametro <=2mm. Tali difetti sono ammissibili in un numero di elementi <=20% della numerosità del lotto.
Piccole fenditure non passanti, di larghezza massima <0,5% della larghezza dell'elemento.
Difetti ammessi sulla sulla controfaccia e sulla metà inferiore dei fianchi e delle teste
Qualsiasi difetto non compromettente l'impiego degli elementi.
TERZA CLASSE NODATA O NATURA O RUSTICA
Caratteristiche generali
1. Con nodi evidenti e colorazioni contrastanti.
2. Eventuale presenza di alburno privo di qualsiasi manifesto attacco di insetti*.
Difetti ammessi sulla faccia e sulla metà superiore dei fianchi e delle teste
Qualsiasi difetto non compromettente l'impiego degli elementi.
Difetti ammessi sulla sulla controfaccia e sulla metà inferiore dei fianchi e delle teste
Qualsiasi difetto non compromettente l'impiego degli elementi.
* La presenza di alburno non esclude dopo la posa in opera eventuali attacchi di Lyctus che viceversa nel durame si presentano solo eccezionalmente.
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